Dolori alla caviglia: non si può tornare in dietro…
Giulio (nome di fantasia), è un paziente di 65 anni che si è recato presso la Clinica della Riabilitazione e che da qualche giorno lamenta dolore alla caviglia destra
Pochi mesi prima è stato operato con l’inserimento di 5 viti all’interno dell’articolazione Tibio-Tarsica, a causa della completa usura della cartilagine e per ripetuti episodi di dolore e gonfiore
Una condizione, questa, che potrebbe far desiderare al terapista di andare a “botta sicura” a vedere come sta la caviglia, ma come sempre durante la prima seduta è stata effettuata una approfondita anamnesi che ha fatto emergere degli elementi molto interessanti:
- A 5 anni Giulio cade sbattendo l’anca destra e sul bacino si forma un grande ematoma che non si riassorbe; così i dottori decidono di asportarlo chirurgicamente, lasciando l’allora bambino con una cicatrice profonda e molto retratta
- A 17 anni si frattura la tibia destra
- A 50 subisce una grossa distorsione alla caviglia destra
All’interno della Clinica della Riabilitazione le cicatrici hanno molta considerazione, per questo è stato subito deciso di testare quella dell’anca, per vedere se potesse esserci qualche riferimento interessante
Con molta sorpresa del paziente, la trazione della cicatrice, ha portato subito tensione fino a dentro la caviglia, come se i tessuti poco elastici riuscissero a “comprimere” l’interno dell’articolazione
Riflettendo possiamo domandarci: “Com’ è possibile che una caviglia, che come unico trauma diretto, ha subito solo una distorsione a 50 anni, si sia così degenerata da finire tutta la cartilagine? È possibile che negli anni qualcosa negli anni abbia creato talmente tanta retrazione e compressione, da alterare la biomeccanica dell’articolazione? Quella cicatrice all’anca, che irradia la sua tensione fino alla caviglia, può essere la responsabile?”
La risposta è si!
Con Giulio abbiamo iniziato un programma riabilitativo incentrato sulla riduzione dell’infiammazione, sull’elasticizzazione della cicatrice e sul recupero parziale della mobilità, a causa dei chiodi che inevitabilmente creano dei freni meccanici
In questo modo, dopo 6 sedute, trattando le cause delle disfunzioni, il paziente è potuto tornare a camminare senza dolore!
È importante che per casa Giulio continui a svolgere gli esercizi che gli sono stati insegnati, per continuare a stabilizzare e migliorare l’elasticità dei tessuti; inoltre, come a tutti i pazienti, gli è stato consigliato di sfruttare le “sedute di mantenimento e prevenzione” perché chi si cura quando sta bene, sta bene più a lungo!
Rimane un po’ di dispiacere per la presa di coscienza che ha avuto Giulio: “Se mi avessero detto di trattare la cicatrice all’anca forse la caviglia non si sarebbe usurata così tanto…ma non si può tornare indietro”