Il dito a scatto o tenosinovite stenosante

Il dito a scatto o tenosinovite stenosante

Il dito a scatto, termine con il quale comunemente viene definita la tenosinovite stenosante, è una patologia che si manifesta con il movimento irregolare del dito, in particolar modo del pollice o dell’anulare.

Durante la flessione e l’estensione del dito, infatti, si avverte uno scatto doloroso.

Col tempo il dito può bloccarsi in posizione piegata ed occorre riportarlo nella posizione naturale con l’intervento dell’altra mano.

Il dito a scatto è generalmente causato da una infiammazione cronica della guaina sinoviale che riveste i tendini flessori delle dita (possiamo immaginare un filo di rame rivestito dalla guaina di plastica che si inspessisce)

È una patologia molto frequente e colpisce in particolar modo le donne tra 45 ed i 60 anni

Da che cosa è dovuta la patologia del dito a scatto?

La fisiopatologia alla base del dito a scatto è data dall’impossibilità dei tendini flessori di scorrere regolarmente sotto la puleggia (guida in cui scorre il tendine), in quanto nella guaina tendinea si forma una zona di rigonfiamento o ispessimento denominata nodulo.

Il tendine, ogni volta che deve attraversare la puleggia vicina a tale rigonfiamento, è schiacciato con conseguente dolore e una sensazione di scatto nel dito corrispondente che può avvenire in flessione o in estensione.

Quando il tendine scatta, dando vita al tipico “click”, produce ulteriore irritazione e gonfiore dando vita così ad un circolo vizioso che sostiene la stessa infiammazione e stenosi della guaina.

Come si manifesta la patologia del dito a scatto?

Fra le manifestazioni cliniche vi è:

Dito a scatto e sindrome di Dupuytren

l dito a scatto non va confuso con la contrattura di Dupuytren, una condizione patologica a carico del tessuto connettivo del palmo della mano.

Il dito a scatto, però, può verificarsi in concomitanza con questo disturbo.

La malattia di Dupuytren è caratterizzata dalla flessione progressiva e permanente di una o più dita, causata dall’irrigidimento ed ispessimento dalla fascia fibrosa che avvolge i muscoli della mano per assicurarli all’inserzione ossea.

Fattori di rischio direttamente legati alla mano

Tra i consigli che possono essere dati ai pazienti vi sono:

Microtraumi alla mano

Movimenti di presa ripetuti

Un soggetto è più incline a sviluppare il dito a scatto se costretto ad afferrare un oggetto, come uno strumento o un utensile per lavoro (forbici, cesoie...), per lunghi periodi di tempo.

Movimenti Concomitanti

Pazienti affetti da alcune patologie (artrite reumatoide, diabete, ipotiroidismo e alcune infezioni) risultano essere maggiormente a rischio di soffrire di dito a scatto.

Fattori di rischio non legati alla mano

Molto spesso i pazienti che si presentano a fare riabilitazione riferiscono di non aver avuto traumi diretti alla mano o di non aver svolto attività particolarmente differenti dai coetanei e dai colleghi di lavoro che di contro non manifestano la patologia del dito a scatto.

In questi pazienti la causa va cercata altrove, nei fattori estrinseci.

Tale ricerca è alla base dell’approccio applicato all’interno della “Clinica della Riabilitazione”, dove mediante un’approfondita anamnesi che si svolge durante la prima seduta viene indagata tutta la storia del paziente fino a scoprire quale zone distanti possono creare tensioni che tramite i tessuti si irradiano fino alla mano ed infine al dito.

È infatti frequente che una rigidità cervicale, una vecchia cicatrice, un dorso rigido, una spalla ipomobile…. siano cause di questa patologia.

Accettando che il corpo è una unità unica, è possibile comprendere che una tensione in qualsiasi parte del corpo possa ripercuotersi fino alla mano, provocando il sintomo.

Come si svolge la seduta?

Una volta individuata la causa della rigidità che, come detto, può essere sia intrinseca alla mano o estrinseca, si va a liberare la zona che è “causa dell’effetto”.

In ogni caso, in una patologia che come questa ha creato una grande rigidità strutturale, verrà anche trattata la mano al fine di liberare il sistema sia a valle che a monte.

Solamente se le terapie conservative non hanno effetto si consiglia di ricorrere all’intervento chirurgico.

In cosa consiste l’intervento chirurgico per la cura del dito a scatto

L’intervento chirurgico per la cura del dito a scatto è effettuato in anestesia locale e consiste nell’apertura della puleggia che impedisce il corretto scorrimento del tendine, così da ripristinare il corretto movimento del dito.

Dopo circa due settimane si potrà tornare ad utilizzare completamente la mano per le attività quotidiane e lavorative, avendo cautela negli sforzi pesanti per altri quindici giorni.

Che cosa può fare da solo il paziente che ha notato che il dito ha incominciato a “scattare”?

Oltre a contattare il medico curante o ad affidarsi il prima possibile ad un terapista, il paziente può incominciare ad eseguire degli esercizi di stretching dell’avambraccio e della mano, al fine di allungare ed elasticizzare quei muscoli che stanno incominciando ad irrigidirsi ed a ispessirsi

Dr. Claudio Nencini

Mi laureo, prima in Scienze Motorie, titolo che mi permette di occuparmi di tutto ciò che concerne l’allenamento e la rieducazione funzionale, e successivamente mi laureo in fisioterapia e osteopatia.
La mia più grande passione è però sempre rimasta la posturologia, branca della riabilitazione realmente in grado di indagare il corpo umano ed approfondita grazie al “metodo raggi” ed al “riequilibrio Posturale ad approccio globale”.

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