Che cos’è l’osteoporosi?

Che cos'è l'osteoporosi?

L’osteoporosi è una condizione fisica a carico dell’apparato scheletrico, caratterizzata da un indebolimento della struttura ossea

Si calcola che in Italia 1 donna su 3 oltre i 50 anni (circa 5.000.000 di persone) e 1 maschio su 8 oltre i 60 anni (circa 1.000.000 di persone) soffrono di questa condizione

Il rischio a cui va in contro una persona affetta da osteoporosi, è l’insorgenza di fratture spontanee oppure lesioni ossee in seguito a cadute “banali”

Come si presenta l’osso?

La struttura ossea ricorda quella del Leerdammer (il famoso formaggio con i buchi).

Con l’avanzare dell’età il tessuto osseo si degrada e per continuare l’esempio fatto, i buchi aumentano a discapito della parte corposa del formaggio.

Si incomincia prima a parlare di OsteoPenia (naturale perdita della massa ossea per l’avanzare dell’età) e successivamente di OsteoPorosi (patologico mutamento della composizione ossea, che comporta un importante indebolimento struttura interna).

Perché l’osso perde componenti strutturali?

La perdita di massa ossea è un evento fisiologico che si presenta con l’avanzare dell’età; in questo caso si parla di osteoporosi primaria.

Si parla invece di Osteoporosi Secondaria quando è conseguenza di altre condizioni (malattie endocrine, malattie gastrointestinali, malattie del sangue, farmaci).

La forma primaria è a sua volta classificata in post-menopausale, quando direttamente innescata e sostenuta da una carenza di estrogeni, e senile, se associata ai processi di invecchiamento.

Oltre alle malattie sopracitate e alla menopausa, rappresentano importanti fattori di rischio per l’osteoporosi il fumo, l’alcol, il caffè, la magrezza (che comporta una ridotta stimolazione meccanica sul tessuto osseo), un’alimentazione carente di calcio (contenuto soprattutto nei vegetali, nel latte e derivati), la sedentarietà, il menarca tardivo, la menopausa precoce.

Come si allena l’osso?

Avete mai visto degli astronauti in ritorno dallo spazio, scendere dalla navicella spaziale?

I medici della NASA li vanno a prendere in barella, perché avendo trascorso molto tempo nello spazio, hanno indebolito la loro struttura scheletrica a causa dell’assenza di gravità.

Sono proprio gli stress meccanici ed i carichi a potenziare le ossa ed a promuovere la produzione degli osteoblasti (le cellule dell’osso).

Questi stimoli possono derivare da una sana attività fisica, proprio quella svolta all’interno della Clinica del buon Allenamento.

L’attività fisica ha un ruolo importante nel garantire una buona salute e dovrebbe essere parte integrante di un sano stile di vita a tutte le età.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per attività fisica si intende “qualunque sforzo esercitato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un consumo di energia superiore a quello in condizioni di riposo”.

L’attività fisica quotidiana, controllata e adeguata alle proprie capacità, è uno dei migliori farmaci che ci si possa auto-somministrare.

È ormai noto che, oltre a contrastare l’osteoporosi, praticare regolarmente attività fisica faccia bene, aiuti a sentirsi meglio, riduca lo stress, tonifichi i muscoli e migliori il sonno notturno.

In Italia il 34% degli adulti tra i 18 e i 69 anni e il 90% degli adolescenti non raggiunge i livelli raccomandati di attività fisica.

Anche tra i bambini un 60% svolge meno attività fisica al giorno di quanto sia consigliato.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda, alle persone con più di 65 anni, di fare attività fisica almeno 3 volte a settimana e di adottare uno stile di vita attivo adeguato alle proprie condizioni e abilità.

Importanti sono anche le attività volte al miglioramento dell’equilibrio per prevenire le cadute.

Ci sono alimenti che aiutano o danneggiano l’osso?

Un adeguato introito di alimenti ad alto contenuto di calcio (latte e derivati, noci, nocciole, mandorle) è strategico per favorire il corretto rimodellamento scheletrico e l’acquisizione ed il mantenimento della massa ossea.

Per garantire che il calcio introdotto con gli alimenti venga assorbito è necessario avere normali livelli circolanti di vitamina D.

La maggior parte del nostro fabbisogno giornaliero della vitamina D deriva dalla sintesi cutanea grazie ai raggi ultravioletti.

Una regolare esposizione al sole, anche di pochi minuti al giorno, è pertanto importante per garantire la sintesi di vitamina D e quindi un assorbimento regolare del calcio.

È importante ricordare che con l’invecchiamento, il sistema enzimatico cutaneo è meno funzionante e pertanto si rende necessario l’utilizzo di farmaci o integratori contenenti vitamina D, essendo gli alimenti poveri di tale elemento.

Dr. Claudio Nencini

Mi laureo, prima in Scienze Motorie, titolo che mi permette di occuparmi di tutto ciò che concerne l’allenamento e la rieducazione funzionale, e successivamente mi laureo in fisioterapia e osteopatia.
La mia più grande passione è però sempre rimasta la posturologia, branca della riabilitazione realmente in grado di indagare il corpo umano ed approfondita grazie al “metodo raggi” ed al “riequilibrio Posturale ad approccio globale”.

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