La Protesi di spalla

La protesi di spalla

La sostituzione protesica dell’articolazione gleno-omerale (comunemente indicata come “spalla”) trova il suo campo applicativo in una serie di patologie che vanno dal dolore acuto al dolore cronico.

Spesso i pazienti che si avvicinano a questo tipo di intervento hanno delle domande a cui cercano risposta, scopriamo insieme le più comuni.

In che cosa consiste l’intervento di protesi di spalla e quante protesi esistono?

L’intervento prevede la sostituzione di una componente o di tutte le componenti dell’articolazione gleno-omerale

La spalla è composta dalla Scapola che nella sua porzione laterale presenta la Glena, un “cucchiaio” grande come una moneta da 2€

Sulla glena scivola e ruota la testa dell’Omero, grande come una pallina da golf

A seconda del tipo di protesi impiantata le componenti sostituite possono essere differenti; abbiamo quindi le:

Endoprotesi

Dove si sostituisce solo la testa omerale

Artroprotesi

Nella quale si sostituisce sia la testa omerale che la glenoide della scapola. Fanno parte di questa categoria le protesi anatomiche complete e le protesi inverse, chiamate così perché per evitarne la lussazione la dinamica tra i rapporti articolari è invertita: la testa omerale è concava e la glenoide della scapola è convessa

Protesi miste

Dove vi è una parziale sostituzione dei versanti articolari, o di uno dei due mentre l’altro è sostituito totalmente.

Quando l’ortopedico decide quale utilizzare?

Comunemente si dice che la protesi inversa viene utilizzata quando il motore della spalla non è più in grado di funzionare e non è più riparabile.

Il motore della spalla sono i muscoli della Cuffia dei Rotatori; quando questi sono completamenti degenerati, il chirurgo adotta la protesi inversa.

Negli altri casi, quando invece i muscoli sono ancora in grado di muovere la spalla, viene inserita una protesi anatomica, completa, parziale o mista.

In che cosa consiste l’immediata riabilitazione post operatoria?

Solitamente la prima fase della riabilitazione viene effettuata in ambito ospedaliero e gli obbiettivi da raggiungere sono i seguenti:

Ascoltando i racconti dei pazienti, si intuisce che purtroppo i terapisti che lavorano in ospedale spesso devono seguire più pazienti contemporaneamente e per questo, non riescono a concedere al singolo l’attenzione di cui avrebbe bisogno e ad applicare trattamenti che richiederebbero più tempo e presenza.

I pazienti che si recano privatamente dal terapista dopo aver effettuato le terapie ospedaliere spesso hanno bisogno di integrare alcuni trattamenti, tra cui:

Massaggio muscolare

Per ridurre la tensione dei muscoli che con la loro rigidità si oppongono alla corretta flesso estensione

Drenaggio dei liquidi

Per ridurre la stasi linfatica che protrae nel tempo l’infiammazione e che comportandosi come un palloncino pieno di acqua rende difficoltosa la flessione del ginocchio (è utile l’utilizzo della Tecar Terapia)

Scollamento della cicatrice

Per elasticizzare i tessuti e le aderenze che potrebbero tirare ed opporsi sia al movimento di flessione che di estensione

Applicazione di bendaggi funzionali come il Kinesio Taping

Per favorire il drenaggio, aiutare l’elasticizzazione della cicatrice ed aiutare il muscolo a decontrarsi

Insegnare esercizi domiciliari di rinforzo e mobilizzazione

Per far acquisire l’indipendenza terapeutica al paziente in fase di piena guarigione

Quali sono le precauzioni a cui bisogna prestare attenzione?

Tra i consigli che possono essere dati ai pazienti vi sono:

Sarà comunque il chirurgo a dare le indicazioni necessarie per effettuare una buona prevenzione delle possibili complicazioni

In che cosa consiste la successiva riabilitazione in una protesi di spalla e quali accorgimenti devono essere adottati?

Entro le 6 settimane il paziente dovrà essere in grado di:
Entro le 12 settimane:
Entro i 6 mesi:

Quali sono i tempi di recupero dopo una protesi di spalla?

È ovvio considerare il fatto che i tempi di recupero siano in relazione anche alla motivazione per cui un paziente si sottopone a tale intervento; ad esempio, dopo un intervento di protesi di spalla, i pazienti che hanno avuto una concomitante riparazione della cuffia dei rotatori, o un intervento a causa di una frattura dell’omero, o una revisione di protesi, potranno necessitare di tempi di recupero più lunghi​

Tuttavia convenzionalmente ci si pone come obbiettivo la completa ripresa entro i 6 mesi

Quali piccoli trucchi può attuare il paziente per velocizzare la ripresa?

Mantenere un atteggiamento positivo e fiducioso è utile ad aiutare il corpo verso una corretta ripresa Utilizzare tecniche di Neuro Imaging (immaginare il movimento ben eseguito anche quando si è a riposo, tipo cucinare, sollevare le braccia, dipingere…) è un valido aiuto per il cervello a mantenere una buona stimolazione muscolare; queste tecniche vengono utilizzate anche dagli atleti professionisti durante la ripresa dagli infortuni o prima di gare importanti

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