Alterazioni posturali, dolore e respirazione disfunzionale
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Che cos’è la respirazione?
La respirazione è la base della vita.
È un atto ciclico che facciamo dal momento della nascita alla fine della vita
In condizioni di riposo, respiriamo circa 21.000 volte al giorno, queste aumentano notevolmente se facciamo attività fisica, se ci arrabbiamo o se siamo nervosi
- In che modo la respirazione è legata al benessere della colona?
- Che cosa comporta avere un diaframma rigido a livello della colonna vertebrale?
- Qual’ è il meccanismo che genera l’ Ernia Jatale?
- Come faccio a capire se la mia respirazione è scorretta?
- Che cosa fare se la mia respirazione è scorretta?
- Come posso allenarmi a percepire la respirazione diaframmatica?
- In che modo è possibile sbloccare il diaframma all’interno della Clinica della Riabilitazione?
- Le parole del Professor Daniele Raggi, grande esperto della meccanica diaframmatica
In che modo la respirazione è legata al benessere della colonna?
Il cardine della respirazione è il Muscolo Diaframma, un grande muscolo a forma di cupola che si trova sotto l’arco costale e che con due grossi pilastri si attacca alle vertebre dorso-lombari
Come tutti i muscoli si può irrigidire e retrarsi; le cause più frequenti di una sua disfunzione sono:
- Traumi diretti (ad esempio un pugno nello stomaco)
- Traumi indiretti tali da togliere il fiato e mandare in spasmo il muscolo (ad esempio una caduta solla schiena che toglie il respiro)
- Patologie respiratorie (asma, bronchiti, infezioni, Covid…)
- Stati di stress (una persona tranquilla respira in maniera diversa da una persona nervosa)
- Episodi particolarmente segnanti (shock, paure, annegamenti, soffocamenti…)
Essendo posizionato al centro del corpo, questo importante muscolo, se rigido può alterare l’equilibrio di tutto quanto il corpo, ma in particolar modo della colonna vertebrale.
Non dimentichiamo che questo muscolo, se disfunzionale, lavora almeno 21.000 volte al giorno in maniera scorretta.
Che cosa comporta a livello della colonna vertebrale avere un diaframma rigido?
Una disfunzione del diaframma, che significa in primis respirazione alterata, obbligherà i muscoli respiratori accessori del collo e delle spalle a lavorare di più per compensare la perdita di funzione.
Questo continuo sovraccarico di lavoro e di tensione, che in realtà è previsto solo in particolari casi (corsa, sforzo fisico, etc.), provocherà inevitabilmente la compressione di tutto il tratto cervicale e una maggior fatica a livello delle spalle.
Questo a sua volta potrà proovocare: cervicalgie e cervicobrachialgie, artrosi, protrusioni, spalle dolorose, ecc.
La particolare forma anatomica del muscolo diaframma, prevede che questo sia dotato anche di due forti pilastri che si inseriscono anteriormente a livello delle vertebre-dorso lombari.
Un diaframma rigido porterà quindi in compressione anche il tratto dorsale e lombare, compromettendo quindi tutta la colonna e manifestando tutte quelle sintomatologie fastidiose e dolorose che riguardano la colonna vertebrale media e bassa (dorsalgie, sciatiche, dolori lombari, rigidità, ernie, difficoltà ad alzarsi, ecc.)
Infine, un diaframma teso e retratto, comprimerà costantemente lo stomaco, andando a disturbare le sue funzioni e potenzialmente essendo la causa dell’ Ernia Jatale.
Qual’ è il meccanismo che genera l’ Ernia Jatale?
Risulta evidente, quindi, come una corretta respirazione sia davvero fondamentale per godere di buona salute.
Come faccio a capire se la mia respirazione è scorretta?
La cosa più semplice da fare è osservarsi davanti allo specchio mentre si respira in maniera lenta e tranquilla (come quando si dorme) e cercare di capire se la nostra pancia si gonfia e si sgonfia ad ogni respiro.
Alcuni pazienti quando respirano sembrano in apnea, non muovono niente, né la pancia né il petto, appaiono afflosciati su loro stessi, come se la gabbia toracica non potesse gonfiarsi e questo li porta a piegare il dorso; per questo spesso hanno bisogno di fare un grande respiro per riprendere un po’ di ossigeno e sollevare il torace.
Altri hanno sempre il torace alto e di conseguenza il tratto lombare inarcato, come se non volessero lasciar andare via l’aria e spesso hanno bisogno di fare una grande espirazione per far uscire l’aria, ma soprattutto rilassare i muscoli del petto, della schiena, delle spalle e del collo.
Altri invece muovono in su e giù il petto, ma non la pancia, sovraccaricando ripetutamente durante la giornata (21.000 volte almeno) le strutture sopra citate.
Questi modi di respirare sono sbagliati e sovraccaricano la colonna vertebrale, i muscoli che la compongono e le strutture adiacenti.
Che cosa fare?
Purtroppo non siamo educati ad ascoltare il nostro respiro e non siamo in grado di percepire le variazioni che questo può subire nel corso della nostra vita o banalmente nel corso di una qualsiasi giornata.
È importante che tutti noi impariamo a conoscere dettagliatamente il funzionamento del diaframma, come va allenato e come si possono ripristinare le funzioni che ha perduto.
Solamente così potremmo agire efficacemente su tutte le catene del nostro corpo, perché queste si intersecano tra loro proprio a livello di questo importante muscolo.
Come posso allenarmi a percepire la respirazione diaframmatica?
Inspira dal naso e osserva la pancia riempirsi di aria, poi pian piano espira dalla bocca.
Un piccolo trucco…
- Sdraiatevi su di una superficie dura (es. pavimento); mettete sull’addome un oggetto abbastanza largo, che pesi circa 1kg, come ad esempio un libro: servirà a percepire e a facilitare i movimenti dell’addome.
- Poggiate le mani sulla parte alta del torace, prestando massima attenzione ai movimenti di quest’ultimo. Inspirate dal naso, per almeno 3 secondi, ed espirate dalla bocca, per almeno 4 secondi.
- Tenete la bocca ben aperta quando espirate: l’aria deve uscire senza ostruzioni.
- Proseguite cercando di capire quanto, durante la vostra respirazione, si gonfi il torace, e quanto si gonfia la pancia.
- Ora l’esercizio: dovete respirare gonfiando solamente la pancia.
- Il torace deve rimanere perfettamente fermo (potete sentire eventuali movimenti con le mani).
- Attenzione a non inarcare la schiena o le spalle, e a mantenere lo stesso schema di prima: inspiro 3 secondi, espiro 4, a bocca ben aperta.
- Focalizzatevi sul peso che avete sulla pancia, il quale deve salire durante la inspirazione, e scendere durante la espirazione.
Può apparire difficile all’inizio, ma più andate avanti e più diventerà semplice.
Prestate sempre molta attenzione ad avere la schiena e le spalle ben rilassate, e ad espirare sempre a bocca ben aperta, come fosse un sospiro di sollievo.
Sotto le mani, che avete sul torace, non ci deve essere movimento.
Eseguite questo esercizio per almeno 5 minuti al giorno: dopo pochi giorni sarà molto più semplice e potrete effettuare inspirazioni ed espirazioni più ampie.
Anche durante la giornata percepirete che il vostro respiro sta migliorando.
In che modo è possibile sbloccare il diaframma all’interno della Clinica della Riabilitazione?
Il trattamento elettivo è una precisa rieducazione respiratoria che parte in primis dal paziente che deve prendere consapevolezza della sua respirazione disfunzionale.
Il terapista successivamente potrà procedere ad un trattamento decontratturante della cupola diaframmatica, utilizzando una particolare tecnica posturale e manovre specifiche direttamente sul muscolo, al fine di indurne la risalita, andando così ad aumentare l’escursione articolare e la capacità polmonare, oltre che a promuovere la discesa del cardias attraverso l’orifizio esofageo.
Le parole del Professor Daniele Raggi, grande esperto della meccanica diaframmatica:
Dr. Claudio Nencini
Mi laureo, inizialmente in Scienze Motorie, titolo che mi permette di occuparmi di tutto ciò che concerne l’allenamento e la rieducazione funzionale, e successivamente mi laureo in fisioterapia e osteopatia. La mia più grande passione è però sempre rimasta la posturologia, branca della riabilitazione realmente in grado di indagare il corpo umano ed approfondita grazie al “metodo raggi” ed al “riequilibrio Posturale ad approccio globale”.